La poltrona rossa e blu, 1918

E' uno dei pochissimi design riconoscibili a livello universale. Priva di qualsiasi precedente diretto, questa sedia è il simbolo stesso della carriera di Gerrit Rietveld

la poltrona rossa e blu, e ne incarna fino in fondo le teorie. Da un punto di vista concettuale il suo design ebbe un'influenza enorme all’epoca, continuata fino ai nostri giorni. La costruzione della sedia è semplicemente e chiaramente definita dall'incrocio e dalla sovrapposizione di normali parti in legno. Nel modello originario ii legno di quercia non era verniciato, a suggerire quasi una versione scultorea e ridotta all’essenza di una poltrona tradizionale. Nel giro di un anno, Rietveld modificò leggermente ii suo design e verniciò le varie parti. La geometria e la struttura della sedia venivano a definirsi grazie al colore: il nero era utilizzato per la struttura vera e propria,il giallo era usato per le estremità tagliate dei vari elementi ed ii rosso e ii blu per lo schienale e il sedile. il desiderio di dare un senso alla struttura, e di esaminare in che modo essa interagiva con lo spazio circostante,è base della teoria fondamentale esposta nella rivista De Stijl dal gruppo di artisti e designer conosciuto con il medesimo nome.

Breve cenno tratto dalla collana Phaidon design Classics - Design in 1000 oggetti


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